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EPISODIO - 42 - Come diventare italiani veri transcript powered by Sonix—easily convert your audio to text with Sonix.

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Massimo:
Ciao Paolo come stai?

Paolo:
Abbastanza bene Max, abbastanza bene grazie, ciao anche a te.

Massimo:
Grazie per avermelo chiesto, sto bene anch'io. Parto subito con una cosa che ho scoperto. Sai che per diventare cittadini italiani c'è bisogno di sostenere un esame di italiano?

Paolo:
Ah beh, no! Non lo sapevo assolutamente! Non lo sapevo ma devo dirti che è di buon senso insomma una cosa di questo tipo, se vuoi diventare un cittadino italiano devi saperlo parlare un pochettino l'italiano no?

Massimo:
Ma non fanno controlli anche su quelli che sono già italiani no?

Paolo:
Ah ah Ah ah sì! Dovrebbero farli ogni tanto questi controlli qua. Effettivamente solo che poi rischi di scivolare in terreni molto difficili su cui stare in piedi ecco. Visto che abbiamo molti dialetti anche, leggiamo molto poco tra l'altro e quindi chiaramente... Ma perché ti interessi di queste cose qua Massimo?

Massimo:
Allora, prima di tutto mi ritengo fortunato perchè l'altra volta ho fatto un errore; ho detto che Costanza era un aggettivo, invece Sara poi mi ha corretto dicendo che appunto è un nome proprio femminile. Quindi mea culpa! Ho pensato di licenziare Sara.

Paolo:
Ah già subito in maniera.. così hai fatto subito..

Massimo:
Si, come si permette di correggermi? Diciamocelo chiaro! Però poi ho pensato diciamo ai risvolti negativi, poi avresti dovuto fare tu il blog, tutte quelle cose lì, quindi no no, teniamoci la Sara.

Paolo:
Cosa che io so benissimo che cos'è un blog tra l'altro quindi, non saprei neanche da che parte guardarlo.

Massimo:
Attento perché oggi potremmo usare anche dei termini un po' italo americani un po' .... Però adesso per rispondere alla tua domanda, come ho scoperto dell'esame di italiano? Io ho una cugina, che è nata negli Stati Uniti ma da mio zio, fratello di mio papà, quindi da papà italiano, e lei mi chiede sempre; "Ma io posso avere la cittadinanza italiana?"

Paolo:
Perchè lei non ha la cittadinanza italiana!

Massimo:
Lei è nata negli Stati Uniti!

Paolo:
È statunitense... è americana.

Massimo:
Sì esatto, ha il passaporto americano.

Paolo:
Ha passaporto americano.

Massimo:
Al che io gli ho detto; "Qua serve il parere di un esperto, io proprio non lo so!". Sono andato a cercare su Internet, all'inizio non ho trovato molto, poi mi sono imbattuto in un bellissimo articolo molto chiaro, dello studio legale Metta di Bari, non solo di Bari, poi andremo a scoprire... non anticipo nulla.

Paolo:
Certo, e quindi insomma hai preso contatto?

Massimo:
Ho preso contatto, come ho fatto? Li ho chiamati!

Paolo:
Ah subito! Hai fatto bene! In questa era dei social, velocissimo!

Massimo:
Ho detto io provo ad invitarli, quindi ho chiamato e c'era la segreteria telefonica e non mi sono lasciato scoraggiare. Tu sei uno che si scoraggia quando trova la segreteria telefonica? O lasci il messaggio?

Paolo:
Ma no, io lascio il messaggio, mi fa un po' arrabbiare devo dirti onestamente, all'inizio la segreteria però capisco che in questo mondo qua non è che puoi tirar su il telefono e avere subito una risposta e quindi mi adatto, ecco.

Massimo:
E con grande piacere mi hanno richiamato.

Paolo:
Bene!

Massimo:
Mi ha richiamato Marinella, ho esposto e parlato un po' del nostro progetto, dove dico sempre che io faccio tutto tu fai poco!

Paolo:
Niente, io faccio nulla, io proprio nulla! Faccio la prima donna!

Massimo:
Mi ha fissato un appuntamento con colui che aveva scritto quell'articolo, che guarda caso è qui con noi e vado a introdurre; Nicola Maria Metta dello Studio Legale Metta. Ciao Nicola benvenuto!

Nicola:
Ciao grazie. Buonasera a tutti.

Paolo:
Ciao Nicola, siamo molto contenti di averti tra di noi ovviamente, per parlare di un argomento che sta particolarmente a cuore a Massimo, allora! Insomma dare una cittadinanza ad una sua cugina.

Nicola:
Grazie mille, io ringrazio per avermi invitato, sono onorato perchè il vostro è un bellissimo progetto. Ho dato uno sguardo ai vostri contenuti e ai titoli degli altri episodi è veramente molto interessante. Quindi mi fa senz'altro moltissimo piacere contribuire al vostro progetto.

Massimo:
Grazie a te, devo dire che Paolo mi sono imbattuto su questo bellissimo sito fatto molto bene con questo articolo veramente chiaro, con addirittura i costi esposti, cosa che capita raramente di vedere, quindi la cosa mi è piaciuta diciamo, si ha già un'idea delle spese che magari bisogna affrontare, perché poi immagino appunto non sarà proprio una cosa semplicissima. E anche io ho visto che forse secondo me c'è un piccolo errore, ho visto che lo studio è aperto dal 1884? Forse è 1984 Nicola? C'è stato un errore sul sìto?

Nicola:
No no, non è un errore, in effetti è un uno studio che è stato fondato due secoli fa praticamente quasi, cento... nel 1887 quindi sono quasi oramai 140 anni dal mio bisnonno a questo punto si.

Paolo:
Bene, innanzitutto complimenti, visto che insomma di studi così antichi adesso... non conosco molto questo mondo relativamente agli studi, ma credo che nel 1887 sono veramente un sacco di anni Nicola, ma veramente tanti complimenti!

Nicola:
Grazie. Ma in realtà complimenti a chi c'è stato prima di me!

Paolo:
Certo! Però adesso stai raccogliendo anche tu questo testimone, è molto importante!

Nicola:
Si, sì sì senz'altro. Ovviamente viene con un carico di responsabilità come si può immaginare, per cercare di essere all'altezza di chi ha fondato lo studio e l'ha portato avanti nei secoli, sembra quasi strano dirlo ma nei secoli.

Paolo:
Certo, certo infatti.

Massimo:
Quindi posso dire che siete specializzati diciamo in pratiche che riguardano un po' l'Italia e l'estero, transfrontalieri non saprei come chiamarlo, di casi che appunto coinvolgono più nazioni, magari un'eredità, non lo so.

Nicola:
Si guarda, questo studio legale... io ci sono ... non voglio dire cascato dentro, ma è lo studio di famiglia e quando c'è stato da scegliere l'università non mi sono neanche domandato cosa fare. C'era questo studio tradizionale classico italiano, io però avevo una aspirazione, una impostazione un po' diversa un po' più moderna o forse anche futuristica per l'epoca, e avevo un desiderio, una vocazione internazionale. Quindi ho preso la laurea in giurisprudenza dopodiché sono partito, sono andato a lavorare con studi americani e così via, fino a quando poi una volta consolidata una certa esperienza sono tornato nello studio di famiglia dove abbiamo aperto anche l'area internazionale. Quindi adesso lo studio si compone di un'anima tradizionale domestica, in cui si svolgono attività classiche dell'avvocato, le cause e i tribunali, e un'area invece internazionale nell'ambito della quale abbiamo vari dipartimenti. Uno di questi dipartimenti è focalizzato esclusivamente sulle questioni di cittadinanza, acquisto di cittadinanza italiana. Quindi abbiamo un dipartimento che si dedica a queste tematiche. Ho risposto alla vostra domanda?

Paolo:
E' bellissimo! Anzi, ci è piaciuto anche perlomeno personalmente il fatto che tu nonostante sia cascato dentro, non ti sia fatto anche troppe domande, sei partito con una valigia probabilmente o con uno zaino, e sei andato comunque lontano dalla famiglia per farti le ossa per farti delle esperienze quindi completamente da solo. Decisamente coraggioso anche, proprio per poi ritornare più forte probabilmente. Non so se avevi già le idee di ritornare, chissà!

Nicola:
In realtà in effetti non c'è mai stato un progetto ben definito sin dal principio, mi sono sempre sentito avvocato nell'anima diciamo così, però non avevo ancora una chiara idea di cosa. Diciamo vent'anni fa quando sono diventato avvocato avevo già la consapevolezza che il mondo era orientato verso le specializzazioni. L'avvocato che fa tutto, nelle città c'è l'avvocato il farmacista il carabiniere ecc.., non esiste più come idea, quindi se vuoi mercato devi specializzarti, devi crearsi una identità che ti distingua dagli altri. Quindi avevo questa coscienza, non sapevo ancora con certezza quale sarebbe stata la mia identità. Quindi sono partito per cercarla e l'ho trovata nel circuito degli studi americani, poi come dicevi tu in realtà sono partito con zero esperienza, e quando sono tornato ho fatto tesoro di quello che ho imparato. Ho cercato di replicare in una città come Bari che non aveva vent'anni fa sicuramente alcuna vocazione o scarsissima vocazione internazionale, mi prendevano in giro e mi dicevano; ma tu pensi di fare quello che va al Polo Nord a vendere condizionatori? Ecco praticamente sì, perché in realtà tu torni a casa per assistere persone che non ci sono a casa, quindi io vendo dei servizi, ho deciso di vendere dei servizi per i quali di fatto non ho clienti in Puglia, non ho neanche un cliente pugliese. Diciamo che su tutto il territorio nazionale ho pochissimi clienti, la maggior parte dei clienti sono sparpagliati per il mondo.

Massimo:
Benissimo, come i nostri ascoltatori al quale appunto veramente mi sento di raccomandare il tuo studio qual'ora avessero bisogno di qualsiasi pratica internazionale. Ma....

Nicola:
Grazie.

Massimo:
... tornando un attimo, Paolo ha detto, perché è un po italiano vero mi è piaciuta molto, sei andato all'estero "a farti le ossa". Molto bella questa espressione, faccio subito un esempio per dire ai nostri ascoltatori come utilizzarla, e ricordo subito che un po' come te mio papà era ragioniere mi ha voluto ragioniere e io non ho pensato... ho detto va bene farò anch'io il ragioniere, e mi mandò subito dopo il diploma a lavorare in uno studio; "Comincia subito a lavorare, così ti fai le ossa".Questa pratica iniziale che permette di fare le basi per un lavoro futuro per qualsiasi cosa, noi diciamo andare a farsi le ossa giusto Paolo?

Paolo:
Farsi le ossa e quindi irrobustire quello che è il nostro animo se vogliamo, diventare grande.

Massimo:
Il nostro scheletro fragile.

Paolo:
Scheletro anche magari un po' molle inizialmente, sì irrobustisce e diventi adulto. Lo trovo anche molto italiano se vuoi Nicola, cioè il fatto di partire in un certo modo dal proprio paese dai propri lidi da quello che è la sicurezza, e andare in un mondo completamente sconosciuto. In questo caso nel tuo caso gli Stati Uniti dove non dev'essere stato molto semplice, assolutamente non sono tutte rose e fiori andare là, non legano le vigne con le salsicce tanto per dare un po' di ulteriori chicche a coloro che ci ascoltano. Quindi lo trovo molto da italiano vero. Cosa dici Massimo?

Massimo:
L'abbiamo detto un'altra volta popolo di santi ma anche di migratori. Certo è quindi bello bello, un episodio proprio vero, nello stile. Quindi direi di entrare nell'argomento. Quindi io ho detto all'inizio io sono già italiano! Giusto? Perché sono nato in Italia? È questo che mi rende italiano? Quanti modi ci sono per avere la cittadinanza italiana?

Nicola:
Sicuramente un tema molto importante molto attuale in un mondo che tende a essere sempre più globalizzato, con una migrazione variegata che non è più soltanto la migrazione in cerca di fortuna e lavoro ma anche la migrazione in cerca di uno stile di vita, lo stile di vita italiano. La cittadinanza, sospetto o presumo Massimo l'abbia acquisita non tanto perché sei nato in Italia ma perché sei nato da genitori italiani, quindi per discendenza. No? La formula tecnica più comunemente utilizzata è "Jure Sanguinis" cioè per diritto di sangue. Quindi il tuo papà e o la tua mamma sono o erano italiani e quindi al momento della nascita ti hanno trasmesso questo stato, lo stato di cittadino e non tutti quelli che nascono in Italia invece sono cittadini italiani. Nascono come cittadini italiani per esempio lo straniero che nasce in Italia, è cittadino italiano, diviene cittadino italiano in mancanza dei genitori italiani soltanto se risieda ininterrottamente in Italia per almeno tre anni. Quindi oppure se venga abbandonato dai genitori e quindi ci sia un bambino di cui non si conoscono i genitori e quindi a quel punto gli viene attribuito automaticamente la cittadinanza italiana, perché non potrebbe essere una persona senza alcuna cittadinanza. Quindi questo è come tu hai acquisito la cittadinanza e cosa ti distingue rispetto ad altri soggetti che nascono in Italia che non hanno un genitore italiano. Se posso completare, preciso che non è sempre stato così nella storia, nel senso che in passato, e precisamente sino al 1948, cioè quando abbiamo avuto la nostra Costituzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo la fine del Regno, le donne in realtà non potevano trasmettere la cittadinanza ai propri figli e quindi soltanto i figli di cittadini di padre italiano potevano acquisire lo stato di cittadino italiano. I figli di cittadina italiana non lo acquisivano, semplicemente perché alla donna non era riconosciuta questa capacità. Qua il discorso potrebbe essere lungo, nel senso che chi è nato all'estero da una cittadina italiana prima del '48 oggi può comunque reclamare la cittadinanza italiana attraverso una procedura giudiziaria che riconosca la incostituzionalità della norma precedente al '48, e quindi attribuisca il riconoscimento della cittadinanza italiana anche a chi è nato da donna italiana prima del '48. Scusate la risposta un po' lunga da avvocato!

Paolo:
Sì sì, comprendiamo una cosa sicuramente Nicola, che la materia è disciplinata e poi ha subito questa disciplina probabilmente anche delle evoluzioni nel tempo. Quindi è una materia complessa molto lunga. Infatti siamo stati nel nostro... come diciamo sempre Max ed io, nel più rigoroso silenzio religioso silenzio proprio ad ascoltare quelle che sono le tue parole relativamente a queste cose qui. Non è questione di lunghezza è proprio questione che effettivamente ci hai dato un primo quadro di che cosa, di che cosa stiamo parlando insomma.

Massimo:
Quindi mi vien da dire un altro termine da italiano vero, quindi la ragazza madre prima del '48 non trasferiva, quindi se il padre non riconosceva il figlio a questo punto, quindi non trasmetteva la cittadinanza, perfetto. Quindi Paolo "ragazza madre" per cosa lo usiamo?

Paolo:
Ma "ragazza madre" è una ragazza che non è sposata, non si è sposata e in più ha avuto la prole.

Massimo:
Sì, però dico ragazza noi indichiamo solitamente una persona giovane perché solitamente i fogli si hanno in giovane età, ma noi etichettato come ragazza madre anche magari una non giovanissima. Però sta proprio ad indicare che non c'è un padre che non ha riconosciuto il figlio o non lo si conosce diciamo così, correggimi se sbaglio Paolo.

Paolo:
No no! Ti vorrei.

Massimo:
Non ti licenziò.

Paolo:
No ma si adesso ho paura anch'io perché dopo quello che hai detto nell'introduzione non so di questi tempi qua poi dove è difficile puoi reinserirsi nel mondo del lavoro.

Paolo:
Se devo devo saper argomentare sempre no no... va benissimo Max ma va benissimo.

Massimo:
Prefetto quindi.

Massimo:
Tornando all'argomento, io ricordo che nell'articolo da cui vorrei ricominciare, c'erano quattro modalità per acquisire la cittadinanza italiana. Tu Nicola adesso ne hai ricordate due diciamo, una per discendenza, quindi lo Jus Sanguinis e una per residenza. Quindi per residenza, quanto mi hai detto che occorre essere residenti, quanto occorre risiedere in Italia per avere poi la cittadinanza italiana?

Nicola:
Ok, altra risposta che sintetizzò questa volta il più possibile. La tempistica della residenza per ottenere la cittadinanza, dipende dalla categoria di soggetto. Quindi se il soggetto è nato in Italia, 3 anni di residenza, se è un cittadino europeo che si trasferisce in Italia, dopo 4 anni di residenza stabile, dove presidenza stabile vuol dire una residenza anagrafica, quindi iscritto al Comune non che viene e si sta in Italia per piacere, e quindi residenza stabile, iscrizione al Comune, certificazione, certificato di residenza storico che confermi la ininterrotta residenza per quattro anni. Stessi requisiti ma dieci anni per qualsiasi extracomunitario che quindi risiede in Italia per almeno dieci anni. C'è una particolarità, una particolarità ossia c'è una durata ridotta, cioè tre anni di residenza per una persona con una discendenza italiana la cui discendenza però si è interrotta. E qua entriamo in un mondo abbastanza caldo e arduo da comprendere, quindi cercherò di semplificare.

Massimo:
Ti interrompo. Perché penso questo sia il caso di mia cugina.

Paolo:
Oh vediamo un po' il caso della cugina di Max, sentiamo un po' che caso hai da proporci questa sera Massimo.

Massimo:
Stiamo parlando del caso di discendenza, quindi mia cugina, figlia del fratello di mio papà...

Paolo:
Di tuo zio quindi!

Massimo:
Di mio zio, lui nato in Italia si è trasferito negli Stati Uniti. Mia cugina è nata dopo che questo mio zio aveva preso la cittadinanza americana.

Paolo:
Perfetto.

Massimo:
Quindi chiedo a Nicola, le spetta di diritto adesso essere essere cittadina italiana? Può immediatamente richiedere il passaporto?

Massimo:
O ha bisogno appunto. Quindi questo è a domanda che mi chiede sempre lei, io sono già cittadina italiana col fatto che sono discendente diretta di un italiano?

Nicola:
La domanda che io pongo quando mi viene posta questa domanda che mi viene posta in modo molto frequente è; "in che anno sei nata? Chiederei a tua cugina e chiederei anche; "in che anno tuo padre è diventato cittadino americano?". Perché se il papà è diventato cittadino americano dopo il 1992 non cambia nulla in quanto dal 1992 la legge italiana consente di mantenere la cittadinanza italiana anche se il cittadino italiano abbia acquisito un'altra cittadinanza. Quindi l'acquisto di una cittadinanza straniera non comporta la perdita automatica della cittadinanza italiana. Se invece il papà, quindi tuo zio, il papà di tua cugina è diventato un cittadino americano prima del 1992 e poi è nata tua cugina, tua cugina è nata da una genitore esclusivamente cittadino americano in quanto aveva perso la cittadinanza italiana. Quindi mi sembra di capire che tu zio, correggemi sbaglio Massimo per favore, ha acquisito la cittadinanza americana prima del 1992 giusto?

Massimo:
Esatto nel 1958.

Nicola:
Quindi senz'altro, senz'altro in quel momento ha perso la cittadinanza italiana e quando è nata tua cugina, automaticamente tua cugina è diventata una cittadina americana ma non italiana. Quindi a questo punto lei che possibilità ha? Tua cugina dove vive? Questa è un'altra domanda importantissima per profilare il caso.

Massimo:
Perfetto, vive in Svizzera.

Nicola:
Vive in Svizzera, perfetto. Allora la legge italiana prevede che in questo caso lei non abbia... non sia cittadina italiana, quindi non le spetti purtroppo la possibilità di vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana. Invece quello che il governo italiano, lo Stato italiano le riconosce le concede, è quello di qualora si trasferisca in Italia e viva in Italia per tre anni come una cittadina come residente anagraficamente registrata, allora tua cugina potrà chiedere l'acquisto, il riacquisto della cittadina o meglio l'acquisto della cittadinanza italiana per residenza attraverso il percorso appunto accelerato di tre anni invece che 10. Perché lei di fatto è una cittadina extracomunitaria. Però il fatto che abbia una discendenza italiana le dà la scorciatoia e fa abbreviare il percorso a 3 anni. Devo precisare, all'inizio ho sentito che parlavate dell'esame di italiano, che è verissimo è corretto, occorre un esame della lingua italiana per alcune ipotesi di richiesta di cittadinanza italiana. In questo caso tua cugina non dovrebbe affrontare una prova o alcuna prova di conoscenza dell'italiano.

Massimo:
Perché l'esame di Italiano è richiesto per quale dei casi?

Nicola:
L'esame di italiano serve esclusivamente per la domanda di cittadinanza per matrimonio e per la domanda di cittadinanza per residenza, quella per gli extracomunitari e quindi dopo dieci anni di residenza.

Massimo:
Perfetto, quindi allora abbiamo affrontato il caso di discendenza, il caso di residenza, poi abbiamo il caso di matrimonio, giusto?

Nicola:
Esatto, sì per matrimonio e questa è una particolarità un po' della nostra legislazione rispetto ad altre legislazioni. Per matrimonio è possibile chiedere la cittadinanza dopo due anni di matrimonio o se si vive in Italia, se la persona che richiede la cittadinanza vive in Italia è residente in Italia, o tre anni se residente all'estero. Oppure in presenza di figli minori, è possibile abbreviare e accorciare i termini della metà, quindi un anno è un anno e mezzo. È bene ricordare che è importante sapere che la procedura di acquisto di cittadinanza per matrimonio dura circa 4 anni, in realtà portata a 3 da un decreto legge che dev'essere confermato, quindi convertito in legge speriamo nelle prossime settimane, perché risale a tre settimane fa questa modifica. Quindi il tutto la procedura dovrebbe durare tre anni secondo questo nuovo decreto legge, durante i quali il richiedente deve rimanere coniugato, perché se per ipotesi dovesse separarsi o divorziare in attesa del completamento dell'iter, ecco che al momento del giuramento non sarebbe consentito completare e quindi non riceverebbe la cittadinanza per matrimonio.

Paolo:
Tutto chiaro, quindi nel caso di Rosanna Max non può diventare...

Massimo:
Non è non è cittadina italiana automaticamente.

Paolo:
Dovrebbe risiedere in Italia per almeno tre anni, dovrebbe risiedere in Italia e allora a quel punto lì potrebbe guadagnare nuovamente quella che la cittadinanza.

Massimo:
Ha comunque un vantaggio, perfetto. Mentre a questo punto ti chiedo Nicola qualora si sia nati dopo il 1992 giusto era quello? Quindi cosa deve fare? Quindi figlio di un italiano nato all'estero dopo il 1992 cosa deve fare per diventare cittadino italiano?

Nicola:
Deve registrare l'atto di nascita in Italia presso il comune del genitore che si è trasferito all'estero. Una volta che ha registrato l'atto di nascita presso il comune, e quindi il comune riesce a metterlo in riferimento al genitore italiano e quindi automaticamente il comune gli attribuisce la cittadinanza italiana. Per fare ciò se gli atti vengono dall'estero, per esempio il certificato di nascita estero, il certificato estero per essere trascritto negli atti di nascita dell'anagrafe italiana, devono essere muniti di una speciale legalizzazione. La legalizzazione è una certificazione che consente al documento estero di essere accettato in Italia. In alcuni ordinamenti, alcuni stati hanno sottoscritto delle convenzioni speciali con l'Italia, per cui la procedura di legalizzazione è molto più semplificata, e alcuni stati addirittura hanno sottoscritto alcune convenzioni con l'Italia o trattati, grazie ai quali qualsiasi documento anagrafico dello stato estero sono anche accettati in Italia senza necessità di alcuna legalizzazione. Per esempio i documenti che provengono dalla Irlanda o dalla Germania possono essere accettati in Italia senza necessità di una legalizzazione. Però devono essere muniti di traduzione legale qualora non pervengano in formato multilingue. Qualche volta forse vi sarà capitato di vedere certificati anagrafici con più lingue, è possibile richiederlo in Italia in quasi tutti i paesi europei oramai, che il certificato anagrafico richiesto sia emesso in formato multilingue. Questo consente la immediata utilizzabilità all'interno dell'Unione che è molto comodo.

Massimo:
Perfetto! Quindi avevo visto nel tuo articolo che si poteva andare anche tramite il consolato, mentre tu mi hai parlato di comune, perché questo accelera l'acquisizione della cittadina?

Nicola:
È un ottimo punto questo o spunto. Oggi i consolati sono in una situazione drammatica per una serie di motivi, in primis una situazione già pre covid di tagli di budget che li ha costretti a tagli di personale, riduzione di sedi per cui ci sono vari territori che sono stati accorpati sotto un numero ridotto di consolati. Quindi gli italiani all'estero sono rappresentati con molta più difficoltà e sono assistiti da molto meno personale italiano. Per farvi un'idea il New Jersey non ha più un consolato negli Stati Uniti e ci sono svariati stati negli Stati Uniti che non hanno un consolato italiano. Per cui ci sono dei consolati che aggregano la popolazione italiana sparpagliata per una serie di stati, per esempio anche in California c'è il consolato di San Francisco che assorbe tutta una serie di stati intorno alla California. Detto ciò, quindi che succede? Quando un figlio di italiano all'estero vuole procedere con la pratica per la scelta della cittadinanza e chiede un appuntamento al consolato, spesso per le pratiche di cittadinanza Jure Sanguinis quindi per discendenza, il consolato fissa appuntamenti a uno due anche tre anni di distanza. Questo potete immaginarvi è qualcosa di incredibilmente defaticante o frustrante. Quindi noi consigliamo ai nostri clienti, se avete la possibilità, fate un viaggetto in Italia, fermatevi in Italia un paio di mesi, acquisite la residenza italiana e così l'autorità competente a ricevera la vostra domanda diventa automaticamente il comune. E il comune in giro di sei mesi, otto mesi al più per le pratiche più lunghe, quando la cittadinanza si invoca dal bisnonno, e quindi ci sono più documenti da verificare, riconosce la cittadinanza. Per cui poi di lì uno chiede il passaporto riparte felice e contento. Tra l'altro durante questo periodo non è neanche obbligatorio rimanere in Italia, quindi basta andare in Italia prendersi la residenza avviare la pratica e poi tornare al paese suo.

Massimo:
Benissimo, quindi questa è un'ottima dritta di passare attraverso il comune e non attraverso il consolato per i motivi che appunto ci hai citato. Bene grazie Nicola! Quindi riprendendo l'articolo c'è ancora una quarta modalità per acquisire la cittadinanza italiana.

Nicola:
Sì certo, sarebbe attraverso il riacquisto. Cioè la possibilità di riacquistare la cittadinanza per chi è nato o aveva la cittadinanza italiana e ad un certo punto l'ha persa. Per esempio appunto il caso di tuo zio che avendo acquisito quella americana automaticamente ha perso quella italiana per legge. La legge italiana prevede la possibilità di riacquistarla in quanto la legge appunto è cambiata e quindi si può avere una doppia cittadinanza oggi. Quindi come si fa a riacquistare la cittadinanza? Ci sono due modalità anche qui. Una è facendo una dichiarazione presso il consolato, dichiarando al consolato di voler riacquistare la cittadinanza italiana è di trasferirsi in Italia e diventare residente entro un anno. L'altra modalità è semplicemente andare in Italia, richiedere la residenza è automaticamente al momento della richiesta della residenza, e contestuale richiesta del riacquisto della cittadinanza si ha la cittadinanza. In alternativa se si dovesse andare in Italia, assumere la residenza e dimenticarsi di fare la richiesta di riacquisire la cittadinanza italiana, comunque sia si riacquisirebbe passato un anno di residenza in Italia. Quindi questa è l'ipotesi del riacquisto di cittadinanza.

Paolo:
Capito. Nicola ma una domanda che mi sorge... ma se ci fosse qualcuno che volesse investire in Italia, cioè venire anche per investire dal punto di vista anche economico sul nostro territorio può ottenere la cittadinanza?

Nicola:
E dunque questa domanda è interessante perché in Italia è possibile ottenere la cittadinanza investendo ma investendo non soltanto tempo anche denaro. Nel senso che non è possibile dire allo stato italiano ti do dei soldi dammi la cittadinanza, eh questo no! La tua domanda però non è peregrina perché in realtà alcuni stati anche europei, hanno fatto della cittadinanza quasi moneta di scambio, cioè riconoscono la cittadinanza a fronte di un investimento di un importo di una certa entità nello Stato, e quindi nel Paese. Per cui è un premio che viene dato a coloro che investono nello Stato. Per esempio Cipro se non ricordo male, con un investimento equivalente a 300.000 euro concede la cittadinanza. Il Portogallo concede un permesso speciale a chi investe lo stesso una cifra tutto sommato non particolarmente alta, e dopo un anno di residenza se non ricordo male, attribuisce la cittadinanza. Lo stesso fa mi sembra anche Malta e qualche altro Stato però sono condotte che da parte dell'Unione Europea sono state abbastanza criticate, e che per quello che è il nostro ordinamento italiano, prevedo non accadrà in Italia perché in Italia come abbiamo potuto vedere, le categorie sono quelle della discendenza, matrimonio, residenza, di acquisto tutte quante legate a un filo conduttore di appartenenza alla cultura, alla alla famiglia, e quindi a dei valori molto forti della nostra cultura. Per cui piuttosto distanti da un concetto di mero mercimonio, no? Non ti scambio, non ti dò la cittadinanza, non ti riconosco come un italiano vero a fronte di un pagamento. Quindi per citare il vostro tema del vostro podcast, io mi meraviglierei moltissimo se si andasse in quella direzione in Italia. Quindi sì, direi che ad oggi l'unica modalità per comprarsela è vivere in Italia, investire in Italia e poi dopo quattro o dieci anni si può acquistare la cittadinanza, dopo aver dimostrato di essere un italiano vero insomma.

Paolo:
Magari anche innamorarsi dell'Italia e mettiamoci dentro anche questo verbo così almeno.

Nicola:
Se posso condividere qualcosa della mia esperienza professionale, che mi ha fatto molto piacere negli ultimi due tre anni, in realtà ho cominciato ad assistere sempre più spesso persone che chiedevano la cittadinanza italiana non tanto per e soltanto perché erano discendenti di cittadini italiani e quindi avevano questo attaccamento nostalgico, ma piuttosto che a fronte di una discendenza italiana, hanno chiesto la cittadinanza italiana per amore sincero verso la cultura italiana e il desiderio di venire a vivere in Italia. Ma diciamo che poi hanno fatto leva sul fatto di poterla chiedere perché in famiglia avevano dei familiari italiani, ma in realtà la loro pulsione era dovuta proprio a un innamoramento verso lo stile di vita italiano e i valori italiani Le famiglie americane come potete immaginare ciascuno ha genitori o ascendenti, quindi nonni, misti no? Chi ha in famiglia il francese il tedesco l'inglese e l'italiano, classiche situazioni. Potendo scegliere la cittadinanza di qualsiasi di questi stati, ecco con mio grande piacere tutto sommato, ho riscontrato che l'Italia è spesso tra la nazione preferita, anche se non è tra quelle che la concede con più facilità, soltanto per un fatto di così... amore verso il nostro stile di vita e della nostra cultura.

Paolo:
Max interessante! Tutte cosette che...

Massimo:
Molto bello, mi è piaciuto...

Paolo:
Impariamo!

Massimo:
.. la scelta no? Ché queste persone nate appunto da origini differenti, da nazioni differenti scelgano l'Italia, questo mi è piaciuto molto! Ma Paolo questo è confermato, possiamo dirlo Nicola che l'italiano è una delle lingue più studiate per passione senza altri scopi che sono quelli lavorativi. Noi lo vediamo, lo sentiamo dai nostri ascoltatori quanto tengano ad imparare la nostra lingua, la nostra cultura e molti di loro ci scrivono che stanno diventando cittadini italiani, proprio sentono questa attrazione verso l'Italia, e appunto magari data anche dalle loro origini, e quindi veramente diventano e sono tutti italiani veri! Lo percepiamo questa cosa qui, hanno questa attrazione verso l'Italia che li fa proprio sentire ed essere italiani veri. Questo è veramente quello che hai detto tu.

Massimo:
Bene, quindi traendo le conclusioni, giusto perché mi piace ricapitolare, i 4 modi Nicola per avere la cittadinanza, poi le varie sfaccettature le abbiamo dette. Quali sono?

Nicola:
Quindi abbiamo detto che sono per discendenza, quindi essere figlio di un italiano, oppure una nipote in linea retta, quindi avere un nonno o una nonna o bisnonno o bisnonna italiani. Poi per matrimonio, quindi essere sposato con un italiano, essere sposato con un italiano all'estero o in Italia, oppure vivere in Italia per un certo tempo, oppure il riacquisto, quindi dopo averla perduta. Queste sono le modalità principali. C'è una modalità quella per meriti per riconoscimenti che sono attribuite in casi eccezionali, la cittadinanza onoraria però per lo scopo della nostra conversazione penso che sicuramente queste quattro, la discendenza, il matrimonio, la residenza e il riacquisto siano quelle che più ci interessano, quelle più significative.

Massimo:
Quindi cosa dite, possiamo dichiarare concluso l'episodio.

Paolo:
Assolutamente. Nicola grazie davvero perchè curiosiamo sempre in ambiti molto strani e diversi, ci hai fatto fare un bagno nella realtà. Nella realtà anche interessante sopratutto bello il richiamo che hai fatto alla cultura italiana, cioè il fatto che ci sono delle persone che vogliono riavvicinarsi al proprio paese anche proprio per amore della cultura. Noi ci crediamo moltissimo e la nostra cultura ogni tanto ce ne dimentichiamo aimè! Ma dobbiamo sempre ricordarci di rispolverarla perché effettivamente qualche cosa di... concentrarci un po' sulle cose belle soprattutto, è facile concentrarsi sulle cose brutte ma noi vorremmo fare uno sforzo un pochettino più raffinato e prezioso speriamo. Quindi ti ringraziamo tanto.

Nicola:
Grazie a voi, grazie a voi perché devo dire che la vostra passione è piuttosto rara ed encomiabile in quanto nella vita quotidiana gli italiani spesso tendono un po' ad essere i più critici, autocritici diciamo va! È invece questa passione che avete voi io l'ho trovata più spesso negli stranieri piuttosto che negli italiani veri. Quindi vi ringrazio perché è un'opportunità anche per me per soffermarmi su certi ragionamenti su certe riflessioni, io ho vissuto tanti anni anche all'estero e quest'anno sono rientrato in Italia per cui trovare persone come voi e iniziative come la vostra fa senz'altro piacere, perché è un settore un ambito delle riflessioni che fanno senz'altro piacere insomma

Massimo:
Grazie mille! Volevo fare un annuncio giusto prima di chiudere, dei saluti finali a tutte le nostre ascoltatrici e ascoltatori di non scrivermi per sposarmi e avere la cittadinanza perché io devo sposare la figlia di Paolo. Quindi in caso contattate lo Studio Legale Nicola Metta. Ok?

Paolo:
Tutto questo giro qua è Max una volta o l'altra ti metto a pane e acqua guarda!

Massimo:
Ciao a tutti a presto!

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114 – Pensieri e parole intraducibili

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